Tu immagina una stanza colorata, con i contorni azzurri e la porta blu.
Un comodino nell’angolo, vicino la finestra, tra due sedie di legno; all’altra parete dei quadretti e un goffo letto matrimoniale a ingombrare più di ogni altro oggetto d’arredo; un piccolo specchio a muro, se sei uno di quelli cui piace tenere d’occhio la propria evoluzione. Pavimento duro e segnato dai passi; alla finestra una canzone di Tenco.
Ti risulta familiare?
Le sedie le hai messe lì per un motivo; il letto è bello che ordinato perché te ne sei occupata; i quadri li hai scelti tu, nessun altro per te – anche se a volte ti ostini a dire che “te li sei trovati”. Tu immagina questa stanza e dimmi se non è la tua vita: il lavoro, le relazioni, i passatempi, le ansie.
Dimmi se non hai scelto un tavolino dei tanti per accontentarti, oppure hai pensato di costruirtene uno da sola per essere sicura che fosse proprio come lo desideravi. Domandati perché c’è un ritratto anziché un paesaggio; perché le tende alla finestra sono di quel colore, le hai lasciate come le hai trovate? Magari all’inizio non ti convincevano ma ti sono iniziate a piacere col tempo, ci può stare, non sono le cose che cambiano, siamo noi che cambiamo il modo di percepirle e volerle.
Questa stanza è la tua vita, e il suo contenuto è tutto ciò che ti riguarda e le azioni che compi, le persone con cui hai a che fare, i sogni che fai la notte e gli incubi che vivi di giorno.
Tutto quello che vedi richiede lo stesso tipo di approccio per interagirvi.
Le cose che riempiono la nostra vita, anche se apparentemente lontane tra loro – tipo il prossimo esame all’università o la più intensa relazione sentimentale – sono sullo stesso piano perché in tutte queste cose noi ci comportiamo allo stesso modo, determiniamo un tipo di atteggiamento per uscirne vincitori.
Anche e soprattutto i rapporti, nient’altro sono che compromessi di personalità e manifestazione del proprio ego. Così la nostra situazione nel lavoro, nella famiglia, nelle uscite con gli amici, perché no… nella spiritualità.
Per questo motivo tutto quello che è nella camera, per quanto diverso per forma, colore e scopo, è sullo stesso piano di ragionamento.
Quello che è totalmente distante da tutto questo è la musica nell’aria.
La musica c’è mentre ordini e sposti le cose, è la musica che ti mette d’umore per lucidare il pavimento; accendere le luci o tirare giù le persiane.
Questo è l’amore: la musica attorno.
Determina il tuo stato e il tuo atteggiamento verso le quello che ti circonda e riempie la tua quotidianità: gli amici, lo studio o il lavoro, il partner, lo sport a cui ti dedichi. Nessuna di queste cose esclude l’amore, perché l’amore è il modo di affrontare le cose. Non il gioco psicologico in cui attestare la propria superiorità.
E soprattutto ha motivo di esistere solo grazie a un contatto con l’esterno, provenendo da fuori, e questo spiega anche come l’amore si realizzi solo nel momento in cui apriamo la nostra stanza a qualcosa che va al di là del consolidare la nostra competenza o bravura in qualcosa .
Semplicemente perché l’amore non è una partita da vincere, ma come scegli di vivere le cose.
E quello che le tiene tutte assieme.
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