L’altro giorno, quando ho letto l’estratto dell’intervista di Koulibaly all’Equipe, sono rimasto un poco sorpreso. Come quando vai da tua nonna a chiedere soldi, che tanto sicuro lei te li dà, e invece ti dice di no e ti manda pure a comprare il latte e il pane per punizione. Per chi si è perso qualche passaggio, Koulibaly, per dirla alla Gomorra, “s’è girato”. Cioè, ha tradito. Ha chiesto più soldi al Napoli, minacciando, in caso contrario, di andare altrove. Che tanto, a lui, le offerte buone non gli mancano. E questo atteggiamento ha prodotto come unica conseguenza due giramenti di palle, complementari fra loro. Da un lato quello dei tifosi che, giustamente, dopo esserselo cresciuto come un figlio, si sono sentiti traditi. Dall’altro quello di De Lurentiis, che appena vede uno che caccia mezza capa fuori dal sacco subito si prende la tarantella. Il Patron infatti ha messo subito le cose apposto a modo suo: “Koulibaly? Resta. E ci deve dare anche un sacco di milioni di risarcimento”.Tutt appost. Che poi, in questi giorni, interrogavo meco sulla natura delle pretese di questo ragazzotto. Valutavo il fatto che fino a tre anni fa giocava nel Genk, guadagnando, fra l’altro, due lire. Valutavo che a Napoli gli è stato offerto, da subito, un contratto da 800.000 euro a stagione. Che sono bei soldi, e neanche troppo sudati, visto che nei primi due anni in azzurro, Koulibaly non ha sicuramente brillato. Valutavo che, fra l’altro, la società gli aveva già offerto un rinnovo di contratto a marzo, con uno stipendio quasi raddoppiato (1 milione e 400.000 euro a stagione). Rinnovo che Koulibaly ha rifiutato, su consiglio del suo agente, sperando, almeno così si dice, di arrivare a 2 milioni. E valutando valutando,siccome solo lo stolto guarda il dito quando gli si indica la luna, ho cercato di pensare da un punto di vista diverso. E allora ho pensato che, onestamente, Kalidou non mi dà l’idea di uno attaccato al soldo. Tipo, prendi Ibrahimovic. Lo guardi e pensi che se potesse chiedere 100 euro in più li chiederebbe di corsa. Ma Koulibaly sembra un ragazzo che con 800.000 euro all’anno ci campa più che bene. Anzi, sono convinto che di fronte alla proposta di abbuscarsi oltre un milione a stagione, una volta ripresosi dallo shock anafilattico, abbia detto: “Uagliù, sto bene piatto”. Il problema non è Koulibaly. Il problema sono i procuratori con quella che io chiamo SMR, la Sindrome di Mino Raiola. Personaggi ossessionati dall’idea di dover essere i più fighi, i più forti, i più ricchi. Con ogni probabilità Bruno Satin, agente di Koulibaly, facendosi due conti in tasca avrà pensato che questo fosse il momento propizio per avanzare qualche pretesa. Non valutando però De Laurentiis nel gioco di chi tiene la testa più dura è campione olimpico. E in questo gioco al rialzo, chi ci perde, è solo il giocatore. L’ ennesima storia figlia del calcio moderno, in cui più i calciatori sono giovani e ricchi di talento, più i procuratori ci marciano, programmando strategie della tensione fallimentari che mortificano il principio del sacrificio come unica via per conquistare qualcosa di grande. Che poi andatelo a dire, tipo, a mio fratello che per guadagnare più di mille euro in azienda ha dovuto lavorare due anni, 14 ore al giorno, a 800 euro al mese. Koulibaly si è scusato sul suo profilo Instagram da bravo guaglione qual è (a proposito, andate a vedere la foto perché è molto bella). Il problema è che ormai le giarretelle si sono rotte. E mò chi le aggiusta? Un vero peccato, perché Napoli per lui sarebbe il luogo ideale dove diventare uno dei migliori difensori in Europa. Ma a questo punto, ammesso che resti, gli toccherà riconquistare la fiducia di tifosi e società. Un lavoro assai più complicato che diventare il miglior difensore in Europa. Un lavoro che richiede più tempo, più sacrificio e più dedizione. E magari un po’ meno di Bruno Satin, grazie.