Il più grande errore quando intervisti un musicista è metterlo nelle condizioni di dire quello che gli pare.
Io di certo non lo sapevo, il mondo del giornalismo mi ha accolta con fiducia immeritata da meno di un anno, e peccai di ingenuità nel pensare di poter gestire senza grossi problemi un’intervista con i TheRivati, quando lo proposi in redazione.
Ma la situazione mi sfuggì di mano, e ora vi racconterò perché.
Era una tranquilla sera di fine maggio, in quel di Pozzuoli.
Io, in pieno look groupie anni 70, col taccuino sotto il braccio, una birra in una mano e il mio migliore amico nell’altra, mi agitavo sotto il palco, con compostezza e pudore, al ritmo blues di cinque ragazzi di cui avevo conosciuto, ancor prima di parlarci, una cosa senza dubbio: il carisma.
Una qualità che non avrebbero smentito di certo appena una mezz’ora dopo.
Chi di noi fan di Pechino Express non si è innamorata della simpatia di Paolo Maccaro nei villaggi della Birmania?
Sì ok, magari ci siamo fatte prendere prima dagli addominali di Michael Lewis, ma (purtroppo) non è lui che ho intervistato e forse non è professionale parlarne adesso, nonostante certe cose meritino, a mio avviso, sempre e comunque una menzione speciale.
Dicevo dei TheRivati. Da buona esponente del club delle soggiogate dal fascino dei musicisti, ero vagamente agitata per l’intervista. Un’agitazione che si risolse subito quando Stefano Conigliaro mi portò nel backstage e cominciai a scambiare qualche parola con i ragazzi.
Mi presentai : “Scrivo per NBDV, un magazine che si occupa di…blablabla…” e poi ecco l’errore che mi fu fatale “…e quindi il tema dell’intervista sarà la SEDUZIONE”.
Allora ragazzi, quali sono le origini del progetto TheRivati?
Siamo nati perché avevamo bisogno di una donna, e quindi ci siamo chiesti “qual è il lavoro che fa acchiappare di più?” Il musicista ovviamente.
Ok, d’accordo. Diciamo allora che con Black Woman avete mostrato la vostra sensibilità al fascino femminile. E come è aumentato, se è aumentato, il vostro appeal nei confronti delle donne da quando avete cominciato a riscuotere un certo successo in provincia?
Rispetto a prima si poteva migliorare, e siamo migliorati. Ci ha aiutati molto Black Woman, inserire belle.. donne nel video, fa arrivare belle donne. Quanto è brava Mariana Rodriguez.
Quindi fra donne e musica quello che vi seduce di più sono le donne.
Sì, è per questo che inseriamo spesso donne nella nostra musica. Siamo bravi a fondere le nostre passioni, ecco.
Ora seriamente, quali sono le prospettive del progetto?
La prospettiva è quella di aumentare esponenzialmente di volta in volta il numero di donne presenti nei nostri video.. 2.. 4.. 8.. 16.. e così all’infinito.
E poi il nostro obiettivo è quello di riuscire a suonare su tutti i palchi del mondo.
In tutto il mondo sempre in napoletano?
Finchè ci porta figa va bene così. Scherzi a parte, il napoletano è la nostra lingua, forse più dell’italiano, ed è inevitabile che continueremo a scrivere in napoletano. Non abbiamo in progetto di cambiare stile.
Quindi cos’è che, oltre all’appartenenza geografica ovviamente, vi tiene così legati a Napoli? Cosa vi seduce della napoletanità, a parte le bellezze mediterranee?
Sembra banale a dirsi, ma Napoli è una città veramente incredibile. Più giri per l’Europa e più ti rendi conto che Napoli è unica, in positivo e negativo. Se sei di Napoli non puoi odiarla. In generale se sei del Sud non puoi odiarlo.
Finita l’intervista, ringraziai i ragazzi con qualche riserva. Mi feci offrire una birra e uno spritz, per lo sforzo appena compiuto.
Prima di andare via, una voce dal gruppo:
“Che fai stasera?”
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