È sabato pomeriggio, con un primo accenno di sole primaverile, il cuore pulsante di Napoli con il suo centro storico, camminando per Port’Alba e scendendo giù fino a San Domenico Maggiore, lasciandosi alle spalle il maestoso e simbolico obelisco dell’Immacolata di Piazza del Gesù.
Perché “Il Bello o il Vero”? Come spiega la storica dell’arte, che ci accoglie, il titolo nasce dall’esigenza di racchiudere nella mostra il dibattito che si accese con la nascita del realismo negli anni Sessanta dell’800 anche all’interno della scultura, un ambito da sempre considerato a uso esclusivo del classicismo e dell’idea del bello. Il bello, dunque, in opposizione e ad integrazione al vero. Un progetto in cui hanno creduto in molti e che allo spessore culturale aggiunge un’ottima sperimentazione delle nuove frontiere di divulgazione multimediale dell’arte. Il visitatore, infatti, appena entrato nella sala, si interfaccia con sette poli virtuali della città di Napoli (Villa Comunale, Gran Caffè Gambrinus, Castel Capuano, Cimitero di Poggioreale, Museo di Capodimonte, Galleria dell’Accademia di Belle Arti, Circolo Artistico Politecnico). Con un clic su “parla con le opere” prende inizio l’interazione con la scultura e la sua storia. Un’idea davvero innovativa che dà il giusto merito a quella Napoli che, forse in pochi lo sanno, vanta di essere una vera e propria piattaforma per la scultura dell’Ottocento e del Novecento. Un museo diffuso della scultura, a cielo aperto e al chiuso. Lo spettatore viene trasposto in una dimensione che valica i confini del Complesso di San Domenico, ritrovandosi a tu per tu, grazie al modello virtuale, con opere altrimenti non visibili, perché non trasportabili per dimensioni particolarmente grandi o per fragilità, o perché inamovibili, come i monumenti. In un sol colpo si esce virtualmente dal Complesso e si visitano sculture disperse entro gli spazi aperti della città. Lungo il percorso pannelli espositivi e opere reali di Tito Angelini e Stanislao Lista.
Tra un affresco e l’altro, con scene del Vecchio e Nuovo Testamento alternati alla riproduzione di momenti di vita reale e quotidiana che vedono protagonisti i frati domenicani, si accede alla collezione Jerace. Il volto di Cristo in terracotta, entrando nella sala a sinistra, accoglie il visitatore in tutta la sua sofferenza viva e profonda. Più avanti il Guappetiello sembra parlare col suo volto così realistico, il suo fare con mani sul petto nei taschini del soprabito a riprodurre un qualsiasi giovinetto napoletano. Lo stesso Guappetiello che si vedrà in bianco e nero nello spazio espositivo successivo in veste fotografica, colto nella semplicità e vividezza del dettaglio, in un’ interessantissima mostra nella mostra: “Sguardi su Francesco Jerace di Silvio Russino”. Quarantadue fotografie, in pannelli bidimensionali e dialoganti fra loro, che riproducono gli stessi volti della sala precedente. Volti di donne e uomini realmente esistiti o del tutto immaginati, i volti di ognuno di noi nei quali il visitatore può immedesimarsi, laddove il lavoro di uno scultore di due secoli fa rivive in chiave moderna in scatti di un artista di oggi che si interroga sul vero messaggio di F. Jerace. Il tutto intervallato da un carinissimo e ristoratore caffè letterario popolato, in parte, dai bronzi di Tizzano esposti nella mostra a partire dal 2 aprile. Proseguendo a ritroso, con un rinnovato sguardo al fascino della modernità della fotografia, si accede ad un corridoio che testimonia ancora di più, come se non bastasse, il progetto ambizioso e rivisitato in chiave moderna e tecnologica di questa mostra. “Sguardi su instagram”, all’interno di una selezione delle cento foto più belle e particolari scattate dal visitatore a contatto diretto con le opere e fuori la mostra nelle meraviglie dei volti e degli scorci del paesaggio partenopeo. Tra un selfie con l’opera, gli interni della metro Toledo, il mare di Napoli solcato da una barchetta gialla, il visitatore è così invitato a dare il suo personale contributo con un “condividi la tua foto su instagram” al profilo “il Bello o il Vero”.La mostra, insomma, è davvero vasta e ricca di spunti, dal virtuale al moderno, dalla partecipazione interattiva fino al viaggio senza tempo nella scultura napoletana dell’800 e del primo 900, con un biglietto di ingresso modico di soli cinque euro dal Lunedì alla Domenica, dalle 11.00 alle 19:00. Per chi non volesse perdersi questa esperienza suggestiva, moderna e insieme antica, l’appuntamento è a San Domenico Maggiore, con possibilità di tenersi aggiornati sugli eventi in programma lasciando una mail al front office. Intanto, non meno importante, si è data la possibilità all’utente interessato di approcciarsi in prima istanza da casa con un viaggio virtuale nelle sale attraverso il sito www.ilbellooilvero.it. Che dire? Buona visione a tutti!
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