“Sei di Napoli? No, sono del Vomero.”
E’ la risposta dell’ Homo Sapiens Tipicus Vomerese, una specie non in via d’estinzione, che è solito costruire il suo habitat naturale sul quartiere collinare di Napoli, il Vomero appunto, dove, non tutti gli esemplari sia chiaro, creano rapporti sociali di ogni genere solo con soggetti simili a loro…altri vomeresi!
Caratteristica peculiare: sentono di appartenere ad una quartiere e non ad una città. “Oggi scendo giù a Napoli” li sentite affermare con naturalezza dall’alto del loro colle, come se oggettivamente e geograficamente gli fosse concesso.
Altro che tutto il mondo è paese, lì tutto il mondo è Vomero!
Il Vomero è uno dei distretti di Napoli, soprannominata per secoli “la collina dei broccoli” in quanto vantava, prima di divenire fetta abitabile, di una grande quantità di campi agricoli, divenuto poi “Vomero” in merito ad un’antica tradizione agricola, il gioco del vomere, una passatempo dei contadini che si divertivano a sancire un vincitore per chi avesse tracciato il solco più dritto con il vomere, la lama d’acciaio, dell’aratro.
Spaghetti, pizza e mandolino sono certo caratteristiche di quella Napoli un po’ più a Sud: i nordici della città offrono grandi firme e aperitivi in via Scarlatti. È oggettivamente una zona residenziale con un’alta densità abitativa e commerciale, che emana immagini di quartiere ricco e di persone agiate, con una vista mozzafiato dei tetti, del mare e del Vesuvio … indubbiamente tutto molto bello ma … “a pizz a portafoglio con sasicc e friagliell” l’avete mai mangiata a Spaccanapoli? Magari mentre l’artista di strada vi chiede due spicci, la gente va di fretta, non si sa dove ma va sempre di fretta, facendo slalom tra turisti e studenti senza nemmeno avvisarvi che vi cola l’olio della pizza sulla maglia nuova?insomma ma lassù..arriva l’odore del mare?
Sia chiaro cari lettori vomeresi, o che conoscete persone vomeresi, o che avete il moroso del Vomero o l’amico dell’università, insomma a voi tutti sia chiaro; qui si cerca di alleggerire il carico, di fare un po’ di sano sarcasmo, quindi non siate permalosi, caratteristica che poi è tipica del napoletano..quindi siete più napoletani di quanto immaginiate!
Non bisogna fare di tutta un erba un fascio, tantissimi sono gli abitanti del Vomero che si sentono cittadini di Napoli e non del singolo agglomerato, e soprattutto concittadini di tutti. Quindi non mi lascerò ingannare dal pregiudizio, ma il pregiudizio è il vero cancro di questa nostra città.
Confondere il benessere di una zona tranquilla e funzionale con un ipotizzato senso di superiorità è un errore che il napoletano si concede troppe volte, cosi come però, caro Homo Tipicus vomerese, al Vomero si può trovare il delinquente, e nei “quartieri a rischio”,si trova tantissima gente onesta.
Qui va a finire che i napoletani sono i veri nemici dei napoletani, che non sanno amarla e accogliersi. In ogni città del mondo ci sono rioni dove la qualità della vita è diversa da un altro quartiere, ma è una realtà che resta tale e non si trasforma in divisione. Qui invece si diventa tutti schiavi delle “generalizzazioni”, si vivono le cose in maniera troppo personale attribuendogli un peso che non meritano.
Spogliamoci di tutti questi luoghi comuni che un po’ sanno di muffa. E’ indubbio che un fondo di verità c’è sempre; esistono le macchine in doppia fila a via Foria, una strada pulita su a Vanvitelli, malavita ma anche tanto lavoro onesto. Ma vomerese, sempre a me caro, non avere paura di essere contaminato, da una persona come te, ma che si differenzia da te solo per essere nato qualche chilometro più in giù. I suoi problemi sono i tuoi e la sua città è la stessa che hai tu stampata sulla carta di identità.
Il fatto che Napoli è contemporaneamente una e molteplice. Ma resta una. Una sola città con tante prospettive, ma una. E tu che leggi hai tante belle prospettive dentro di te, probabilmente dei bei capelli, uno sguardo seducente, ma magari hai le mani tozze. Sei anche tu uno e molteplice. Ed anche tu come Napoli hai bellezze e trascuratezze. Ma il punto è che ti senti uno solo. Allora troppo facile la storia delle due Napoli, della buona e della cattiva, dei patrizi del colle e dei plebei dei vichi stretti, quella che resta ferma nel tempo e nei limiti e quella che va avanti. Tutti abbiamo i “mille culur”,spetta a noi non abbassarci al luoghi comuni ma elevarci all’apertura mentale.
Però la curiosità resta: tu del Vomero, l’hai mai mangiata la pizza a portafoglio?
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