Quante volte siamo andati da Mc Donald’s per un succulento Big Mac.
Quante volte ci siamo fatti rapire dalla sua bontà, dalle sue luci, dai suoi caratteristici colori giallo e rosso, addentando un cheeseburger in un’atmosfera cortese e gioviale.
Per rendere tutto ciò possibile e vicino alla perfezione esistono però studiatissime tecniche di produzione che mirano alla piena soddisfazione del cliente soprattutto per quel che riguarda il “fattore tempo” e quello strettamente economico.
Nei fast food come il Mc Donald’s non esistono file chilometriche né tantomeno le loro specialità sono costose: il cliente ottiene il suo panino nell’arco di massimo 3-5 minuti e, se ne gradisce un altro, sa che per gustarlo dovrà semplicemente attendere altri 5 minuti, non spendendo oltre i 10 euro per un menù completo.
Ma come è possibile la nascita dei fast food così rapidi nella produzione e così a basso costo?
La risposta sta nell’adozione di un sistema di produzione chiamato “fordista”, da Henry Ford, l’inventore della casa automobilistica Ford.Costui alla fine del 1908 concepì e realizzò un modello di lavoro “a catena di montaggio” attraverso il reclutamento massiccio di operai, anche poco qualificati, a cui veniva assegnato un unico compito preciso che avrebbero dovuto svolgere per l’intera giornata lavorativa. Ogni operaio non vedeva mai il prodotto finito, ma solo una parte di esso.
Il prodotto finito è un modello standardizzato, ossia un prodotto con differenze nulle rispetto agli altri prodotti a livello di produzione.Il fordismo consentì ad Henry Ford di produrre un numero di macchine talmente alto in pochissimo tempo da potersi imporre nel mercato automobilistico, soddisfacendo le richieste di un target fatto di agricoltori e liberi professionisti che non potevano permettersi lussuosi autoveicoli ma che sentivano la necessità, visti i cambiamenti sociali e culturali, di un mezzo che potesse venire incontro alle loro esigenze sia logistiche che economiche.
La risposta sta nell’adozione di un sistema di produzione chiamato “fordista”, da Henry Ford, l’inventore della casa automobilistica Ford.Costui alla fine del 1908 concepì e realizzò un modello di lavoro “a catena di montaggio” attraverso il reclutamento massiccio di operai, anche poco qualificati, a cui veniva assegnato un unico compito preciso che avrebbero dovuto svolgere per l’intera giornata lavorativa. Ogni operaio non vedeva mai il prodotto finito, ma solo una parte di esso.
Il prodotto finito è un modello standardizzato, ossia un prodotto con differenze nulle rispetto agli altri prodotti a livello di produzione.Il fordismo consentì ad Henry Ford di produrre un numero di macchine talmente alto in pochissimo tempo da potersi imporre nel mercato automobilistico, soddisfacendo le richieste di un target fatto di agricoltori e liberi professionisti che non potevano permettersi lussuosi autoveicoli ma che sentivano la necessità, visti i cambiamenti sociali e culturali, di un mezzo che potesse venire incontro alle loro esigenze sia logistiche che economiche.
Allo stesso modo, l’applicazione di questo metodo nel mondo del “food” ha consentito la nascita del “fast food”, venendo incontro alle esigenze di una nuova clientela, formata principalmente da coloro che hanno poco tempo da dedicare alla pausa pranzo, oltre a coloro che semplicemente per curiosità e diletto si accingono alle specialità del Mc Donald’s con una spesa davvero esigua.
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