Il Napoli ha presentato la nuova divisa da gioco per la prossima stagione. E’ azzurra, è firmata Kappa ed ha uno sponsor in più sul fondo schiena. Un parere personale? E’ tale e quale a quella dello scorso anno. Oltre allo sponsor aggiuntivo, c’è un logo della Kappa in più. Questo è.

Sui social è stato celebrato a più riprese il funerale del buon gusto, con critiche affilatissime addò coglio coglio. La nuova maglia non piace. E questa volta per davvero eh, mica come l’anno scorso. E quello prima. E quello prima ancora. Più o meno come quando la Macron pensò di lanciare sul mercato la divisa camouflage, creando una sollevazione popolare per aver “tradito i colori della società”. Sollevazione popolare poi bruscamente interrotta dal fatto che gli stessi che l’avevano creata erano impegnati a fare la fila agli store del Napoli per comprarsi proprio quella maglia là. Che, fra l’altro, fece registrare un record storico di vendite in appena 24 ore. Aperta e chiusa parentesi.

Fra le critiche più acute che ho letto alla nuova divisa da gioco ci sono:

1- Troppi sponsor e tutti poco internazionali: lo sponsor in più, che peraltro è stato introdotto da una delibera apposita della FIGC e all’estero è prassi consolidata già da un pò di tempo, è  la Kimbo, un’azienda napoletana che ha un fatturato annuo di 170 (dico 170)  milioni di euro. Tralasciando le battute deficienti sull’accoppiamento del caffè con il binomio acqua-pasta, che da un paio di giorni si sprecano in tutte le declinazioni possibili, bisogna tenere presente due fatti. Fatto uno: il Napoli da questa pazziella prenderà sicuramente una bella cosa di soldi. Fatto due: il contesto sociale in cui la SSCN si muove è molto particolare, assolutamente diverso da quelli tradizionali e non ricreabile in altri luoghi. Il Napoli è una squadra che vive e lavora in simbiosi strettissima con il suo territorio e che ha un’affezione con i napoletani quasi maniacale. Ma che ci volevate trovare sopra le magliette? Qualche elettrodomestico giapponese? E poi il nuovo sponsor sta praticamente a ridosso del sedere, su una porzione di maglia che finirà inevitabilmente nei pantaloncini. Perciò, rilassatevi.

2- E’ troppo stretta: io ho comprato la divisa rossa lo scorso anno, molto aderente pure quella, e vi posso assicurare che, pure se sono ingrassato, riesco a mettermela e togliermela uguale. Oddio devo ammettere che a toglierla faccio un poco di fatica, però fino ad oggi non ho dovuto ancora ricorrere alle forbici per liberarmi. E comunque le taglie a disposizione sono tante, la potete comprare anche un pò più larga. E’ vero che non tutti teniamo il fisico di Pepe Reina, ma tanto per giocare a pallone ve la dovete mettere, mica dovete fare la sfilata cò Dolce&Gabbana?

3- La Kappa non è un buon marchio: la Kappa è uno dei brand italiani con la più lunga tradizione nella sponsorizzazione delle squadre di calcio. E’ proprio perché il Napoli ha scelto la Kappa che può permettersi di indossare maglie da gioco uniche ed esclusive. Diversamente, ad esempio, da chi ha scelto la Nike, che la scorsa stagione ha creato un modello unico di divisa da trasferta per Barcellona, Manchester City, Psg, Galatasaray, Inter e Juve. E’ proprio perché il Napoli ha scelto la Kappa che la distribuzione e la vendita dei prodotti ufficiali della società sono rimaste nello stesso circuito di negozi affiliati che negli anni hanno consolidato il proprio mercato in Campania e in Italia. Senza contare che, già con la Macron sponsor tecnico, la divisa da gioco azzurra ha raggiunto ampie fette di mercato in America ed Asia. E’ perché il Napoli ha scelto la Kappa, per concludere, che ci possiamo comprare la felpa con il ciuccio stilizzato o la maglietta con il simbolo del Regno delle Due Sicilie e tanti altri bei fatti impossibili da realizzare con le politiche di standardizzazione del prodotto portate avanti dai grandi marchi sportivi.

Comunque non vi preoccupate. Anche quest’anno la nuova maglia del Napoli è un cesso. E anche quest’anno ce la compreremo tutti quanti. Io per primo. Perché siamo tifosi. Stupidi, romantici, passionali tifosi.