I vendicatori dei fumetti, gli Avengers, fanno parte del nostro background culturale, come alcuni brand e prodotti, gruppi musicali, icone del cinema e della moda. Tutti conosciamo Iron Man come tutti abbiamo sentito parlare dell’Incredibile Hulk. Cosa lega alcuni aspetti del marketing con i Vendicatori della seconda metà del Novecento? Seguici per scoprirlo.
Quando Loki, perfido fratello di Thor, minacciò di invadere la Terra con il suo esercito alieno di Chitauri, Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D., il nucleo antiterroristico della Marvel, capì che era giunto il momento di riunire tutte le forze per proteggere la Terra; reclutò così Iron Man, Capitan America, Hulk, Thor, Vedova Nera e Occhio di Falco per formare una vera e propria “unità di crisi” per compiere missioni “superspeciali”. Il primo film della saga, proiettato nel 2012, è stato un successo di botteghino. Lo scorso mese, è uscito il secondo capitolo dal titolo “The Avengers, Age of Ultron”. Ovviamente la trovata è vincente e fa leva su un supermix di elementi propri della nostra cultura, presente e passata: gli eroi Marvel, che incarnano l’ideale del super eroe per eccellenza, il cattivissimo e il dramma familiare; ci sono tutte le caratteristiche per un prodotto vincente e per creare un’ottima campagna di marketing.
Esatto, la squadra dei Vendicatori, capitanata da Iron Man e Capitan America, altro non è che un esempio hollywoodiano di “branding”.
Punto di partenza per la creazione di un brand con i fiocchi è la scelta del nome, ciò che nel marketing è chiamato naming. Questa fase è delicata e molto importante, richiede molto studio e attenzione da parte del professionista. Dietro una marca, dietro il naming si celano una serie di studi approfonditi che riguardano la definizione, l’analisi di mercato, lo sviluppo e la declinazione del nome della marca. Poiché è proprio dal nome che scaturiranno una serie di scelte strategiche, la crescita e la fortuna di un brand.
Simbolo della sua potenza è il martello, è dotato, infatti, di una forza fisica superiore a quella dei semplici Asgardiani, e nel suo nome il fenomeno naturale del tuono; figlio di Gea, ha in sé, il potere innato di controllare i fenomeni atmosferici. Signore dei fulmini e delle tempeste: Thor, dio della mitologia norenna, o scandinava, è ritornato alla ribalta grazie al personaggio Marvel Comics, prendendo vita nel 1962 dalle mani di Stan Lee e Jack Kirby e riproposto sul grande schermo nel 2011 con l’omonima pellicola diretta da Kenneth Branagh.Ma fermiamoci un attimo.
Il possente Thor.
In principio era il Mjöllnir: il frantumatore.
Quali sono le caratteristiche che deve avere un nome? Seguire la regola CO.Me.OR.G.O e il nostro fantastico supereroe Thor ne è la prova.
Corto
Memorizzabile
Originale
Gradevole
Orecchiabile
Al suo interno deve racchiudere le caratteristiche proprio del prodotto: Thor, il dio del tuono. Non esiste nessun altro nome che possa definirlo!
Un altro aspetto importante, per quanto paradossale, è il dominio libero, ebbene si! Se non c’è, meglio cambiare nome se dovessi lanciare il mio prodotto Thor e non trovassi il dominio libero thor.it, beh lascerei perdere.
Lanciare un prodotto o una nuova azienda e non avere un dominio collegato non è una scelta vincente.
Come diceva la nonna: “come lo chiami cresce” (quindi pensaci bene prima di chiamare tuo figlio Thor) progettare una strategia di comunicazione senza avere alle spalle un prodotto o un’azienda con un nome vincente risulta veramente difficile.
La storia però ci insegna che, in alcuni casi, il successo ha cristallizzato un nome, pensiamo a Ferrari che è semplicemente un cognome, o Ford. Ragioniamo però al contrario, se il cavallino rampante si fosse chiamato Rossi, avrebbe avuto la stessa fortuna? Non possiamo dirlo ma immaginiamo se Thor, sì proprio lui, muscoloso, biondo, armato di martello si chiamasse Pippo…
Nessun Commento