E’ un gigante enorme e ringhia. Più si arrabbia più la sua forza aumenta. Da brillante scienziato si trasforma in un infantile mostro distruttore. Ma soprattutto è verde, a causa dei raggi gamma che una sfortunata notte hanno invaso le sue cellule, colpito da una bomba atomica da lui stesso progettata. Lui è Hulk. L’incredibile Hulk.
Quando un giovane curioso si intrufola nel suo laboratorio, Bruce Banner si immola per salvare l’intruso dall’improvvisa esplosione della bomba a cui stava lavorando. Invaso dai raggi gamma però, Banner assume le sembianze di uno spaventoso mostro dalla pelle verde ogni qual volta viene colto da ira, dolore e disperazione.
Molto spesso lo ricordiamo proprio per questo, oltre che alla famosa frase “Hulk spacca!” usata ad ogni mutazione.
Nel suo personaggio ci sembra quasi di cogliere le caratteristiche base di una pubblicità: uno slogan (“Hulk spacca!”) e dei colori che, se usati consapevolmente, possono rendere un marchio più efficace.
Giocare con i colori non è cosa da tutti. Spesso è roba da pittori navigati, come Johannes Itten, inventore del celebre “cerchio di Itten”, nel quale ha teorizzato una disposizione dei colori partendo dai principali tre (giallo, blu, rosso), mescolando a due a due i tre colori detti primari formando così i colori secondari (verde, arancio e viola), passando infine ai colori terziari, risultato della combinazione dei primari con i secondari.
La forza del cerchio di Itten si riscontra nella sua praticità di consultazione: non solo si possono capire quali sono le diverse sfumature di colore, ma, cosa molto importante a livello pubblicitario, si possono capire quali sono i colori tra loro complementari.
I colori complementari sono quei colori che fra loro usano combinazioni di colori nettamente opposte: se prendiamo in considerazione il giallo, vedremo nel cerchio di Itten comparire il viola sulla parte opposta, in quanto combinazione di due primari (rosso + blu) nettamente diversi dal giallo.
In questo caso la complementarietà tra i colori funge quasi da “guerra tra colossi”, proprio come quella di Hulk Verde contro Hulk Rosso.
Allo scontro tra questi due titani Lee dedica un intero capitolo nel quale, in una battaglia ai confini dell’immaginazione, Hulk verde riesce a sconfiggere Hulk rosso, un mostro venuto dal nulla che si rivela, durante la trasformazione, comunque capace di avere un pensiero razionale.
Pensare che i colori non agiscano sulla nostra psiche è un errore madornale.
Nello specifico del nostro personaggio, gli schemi psico-cromatici sono totalmente sovvertiti: Hulk assume un colore verde, spesso associato alla calma, alla speranza, alla salute, tutte accezioni lontanissime da quella dello Sfregio Verde.
Ancora una volta: sovversione, aggressività, rottura degli schemi. Quelle caratteristiche del marketing che negli ultimi anni hanno contribuito a dare risultati a volte superando l’etica del mezzo, sferrando pugni sui social e schiacciando i possibili “Hulk rossi” presenti sul mercato, spinti dalla voglia di essere sulla bocca di tutti anche se soggetti alle peggiori critiche.
Stavolta questo verde acceso non è simbolo di tranquillità, ma rappresenta un atteggiamento schiacciasassi nei confronti del mercato, non simbolo di calma ma di caos, figlio di una rabbia dettata dalla voglia di imporsi e di essere il più forte su tutti.
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