Barack Hussein Obama II, il 4 novembre 2008, vince le elezioni presidenziali, diventando il primo afroamericano a ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti d’America.

L’odore di cambiamento è nell’aria e non solo perché è il primo presidente di colore, ma perché la sua campagna elettorale è vincente e innovativa. Non a caso supererà,  senza molti sforzi, le elezioni del 2012. Il segreto del suo successo? La Rete e più nello specifico i Social Network. In modi e dosi diverse in entrambe le campagne, certamente, per l’identità di questi strumenti virtuali che muovevano i primi passi nel 2008 e che oggi sono, si può azzardare a dire senza forzature, cuore pulsante della società. Intuito e efficacia le doti dello staff di Obama che ha saputo cogliere le mille opportunità di queste tecnologie. Ci si rende conto subito di quale potente mezzo sia la Rete in campo politico, per la ricerca del consenso e il coinvolgimento attivo degli elettori. Così è stato per la campagna elettorale di Obama, conclusa con la foto dell’abbraccio a Michelle, la più retwittata di sempre.
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MIchelle e Barack Obama

Dietro le quinte c’era, ora come quattro anni fa, Michael Slaby, lo spin doctor specializzato nelle nuove forme di interazione sociale. “Il panorama dei media è molto cambiato negli ultimi vent’anni, ed è sempre più frammentato – ha spiegato lo spin doctor – Adesso esistono strumenti che nel 2008 non c’erano, come le app, e gli stessi Facebook e Twitter all’epoca erano ancora giovani . Nel 2012 la chiave è l’integrazione fra i vari mezzi”. I social media, secondo Slaby, “non servono solo a fini commerciali: rendere la politica significativa per il popolo dei social è uno strumento di incredibile potenza”.


Principali punti di forza per una campagna web sono pochi e semplici :

  • Be who you are and only who you are: ciò che il candidato è. Essere trasparenti senza compiacere il pubblico, e ciò in cui crede dunque i suoi valori. La strategia vera e propria consiste nell’aggregare il maggior numero di persone in rete, dando loro degli obbiettivi. Così, anche il più piccolo e semplice gesto – come ad esempio un retweet – diventa parte di un tutto, l’impegno collettivo di un gruppo di persone che si muovono come un unico corpo, in una sola direzione. E più è vasto questo gruppo, più efficace è l’azione. “Per essere coinvolte le persone devono sapere che ciò che fanno serve a qualcosa – ha aggiunto Slaby – e questo è stato un punto vincente della campagna di Obama: tra i suoi sostenitori e volontari c’era una reale ambizione collettiva di voler cambiare il paese”.
  • Understand success: non sottovalutare la popolarità sui social.
  • Do only what matters: dato che in politica c’è scarsità di tempo e di soldi, bisogna fare solo ciò che serve.