La comunicazione di Papa Francesco è semplicemente rivoluzionaria. Il modo di comunicare da parte di Bergoglio, infatti, è inusuale ed innovativo. Tanto da suscitare simpatie anche in persone atee o, comunque, lontane dal mondo ecclesiastico. Ciò ha fatto sorgere degli interrogativi, come per esempio quelli posti da Giuliano Ferrara, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro nel libro “Questo Papa piace troppo“. Addirittura c’è chi, come Bruno Ballardini, grande esperto di pubblicità e docente all’unviersità degli Studi di Roma “La Sapienza”, lo definisce “il testimonial perfetto per una Marca un tempo leader di mercato che vuole riaffermare la qualità del suo prodotto“. Al di là di chi abbia ragione, in cosa consiste davvero la rivoluzione comunicativa di Papa Francesco? Ecco alcuni punti cruciali.
La comunicazione di Papa Francesco: i punti cruciali
Discorso iniziale: Già durante il primo discorso (consultabile qui), in occasione della sua nomina a Pontefice datata 13 marzo 2013, Papa Francesco aveva dato una sterzata per quanto riguarda la comunicazione, ponendosi al livello degli ultimi. Delle persone più bisognose. Fra le altre cose, infatti,, prima di benedire i presenti, disse, testualmente, “io vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo
chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi
su di me”. Proprio questo è il punto: prima le persone comuni, e poi il Papa. Un piccolo gesto che significa tanto: un Papa umile che non si mette sul piedistallo a pontificare.
La scorta: Uno degli atteggiamenti che viene contestata alla classe politica è l’utilizzo costante delle auto blu e di numerosi addetti al servizio d’ordine. Proprio per questo, si dà quasi per scontato che una persona potente debba avere decine di guardie del corpo. Ebbene, il Papa si comporta in maniera esattamente opposta: il 10 settembre 2013, ad esempio, visita il centro Astalli di Roma per i rifugiati senza scorta. La comunicazione è fatta anche di gesti che, spesso, nel pratico non portano benefici immediati ma sono un forte segnale simbolico. Forse anche inconsapevolmente, Papa Francesco si pone in antitesi con i politici italiani e viene preso come punto di riferimento.
Il rapporto con la politica: La comunicazione di Papa Francesco è molto diretta e, nelle sue omelie, spesso non fa sconti a nessuno. Nemmeno alla politica che sembra vivere sempre più in un mondo a parte. Questo punto si collega con il precedente: il Pontefice non lesina critiche ai politici e, anzi, spesso li sgambetta. Qualche esempio? Quest’anno non ci sarà la Messa di Pasqua con i politici che proprio durante la cerimonia pasquale criticò aspramente, attaccando i politici “lontani dal popolo” e corrotti. Ancora: in occasione della visita a Napoli del 21 marzo 2015, proprio nel pieno degli scandali che hanno coinvolto parte del Ministero dei Trasporti, ha lanciato un nuovo anatema contro la corruzione affermando che “puzza“. Il fatto che il Papa non sia tenero con i politici è significativo poiché, spesso, la Chiesa viene accusata proprio di essere fin troppo vicina alla politica. Proprio per questo, si fa portavoce del malcontento che serpeggia fra gli elettori verso gli eletti.
Parlare dei problemi comuni: Questa, probabilmente, è la più grande forza comunicativa di Papa Francesco. Bergoglio, infatti, spesso non fa discorsi astratti che interessano un numero limitato di persone pur toccando argomenti delicati come la pedofilia e l’omosessualità, ma parla dei problemi comuni. Che interessano il padre di famiglia e la casalinga. Il bambino e l’anziano. Famoso (e molto criticato soprattutto dai preti) fu il suo attacco alla lista dei prezzi di tante chiese a chi vuol sposarsi o deve battezzare il proprio figlio definendo tutto ciò uno “scandalo“. Un problema molto sentito ma messo sotto traccia che il Pontefice ha auto il merito di portare alla luce. Nella visita a Napoli menzionata qualche riga più su, inoltre, Papa Francesco parlò degli stage retribuiti pochissimo in cui una persona è costretta a lavorare oltre 10 ore al giorno, definendoio un “lavoro a metà“. Un discorso, non a caso, applauditissimo. Queste le parole più significative di Papa Francesco: “Cosa fa un giovane senza lavoro? Che futuro ha? Che strada di vita sceglie? (…) C’è un sistema economico che scarta la gente e adesso è il turno dei giovani a essere scartati, cioè senza lavoro. (…) Il problema non è mangiare, il problema più grave è non avere la possibilità di portare il pane a casa, di guadagnarlo! E quando non si guadagna il pane, si perde la dignità! Questa mancanza di lavoro ci ruba la dignità. (…) Penso anche al lavoro a metà. Cosa voglio dire con questo? Lo sfruttamento delle persone nel lavoro. Alcune settimane fa, una ragazza che aveva bisogno di lavoro, ne ha trovato uno in una ditta turistica e le condizioni erano queste: 11 ore di lavoro, 600 euro al mese senza nessun contributo per la pensione. “Ma è poco per 11 ore!”. “Se non ti piace, guarda la coda di gente che sta aspettando il lavoro!”. Questo si chiama schiavitù, questo si chiama sfruttamento, questo non è umano, questo non è cristiano. E se quello che fa così si dice cristiano è un bugiardo, non dice il vero, non è cristiano“. Non solo è andato al punto della questione ma ha anche tolto quel velo di ipocrisia che spesso circonda chi sfrutta le persone: o sei cristiano o sfrutti i lavoratori. Le due cose sono – giustamente – inconciliabili.
La vicinanza alle persone: Ovviamente non basta soltanto avere un account su Twitter per avvicinarsi alle persone, ma c’è molto altro. Non bastano neppure i selfie con i seguaci. Ma il Papa spesso “sfida” il suo servizio d’ordine per avvicinarsi alle persone. Questo ha una caratteristica simbolica molto forte: le guardie del corpo simboleggiano – nelle occasioni in cui Papa Francesco si trova al cospetto dei fedeli – un muro fra lui e la gente. Muro che lui, ogni volta che scende dalla Papamobile, fa crollare. Ma non si tratta soltanto di una foto o di una stretta di mano: in occasione della sua visita in Calabria, il 22 giugno 2014 fa accostare la sua auto per benedire una ragazza disabile suscitando forte commozione tra i presenti, che avevano invitato il Papa a fermarsi. Richiesta esaudita.
Ci sarebbero tantissimi altri punti da analizzare per quanto riguarda la comunicazione del Papa. Ma questi cinque punti – schematizzati per comodità di lettura – sembrano quelli più significativi. Inoltre, è stato volutamente tralasciato il discorso sul carisma poiché quest’ultima è una qualità innata che non si può acquisire. Qualità che Papa Francesco possiede.
Nessun Commento