Diverso prodotto, stesso mercato: champagne e spumante.
Quanti brand lottano fra di loro per occupare la stessa fetta di mercato? Tantissimi: basta pensi alla Pepsi-Cola e la Coca-Cola, bevande analcoliche molto zuccherate. In questo approfondimento, però, parleremo dello spumante e dello champagne: il primo di origine italiana mentre il secondo, invece, è dei nostri cugini francesi (non a caso Champagne è il nome di una località nel nord-ovest del paese d’Oltralpe). Inoltre, fra spumante e champagne c’è stata addirittura una battaglia giudiziaria. Quando ci si deve rosicchiare una medesima fetta di mercato, bisogna davvero investire non soltanto nella qualità del prodotto ma anche in diverse strategie di marketing che permettono di essere riconoscibili agli occhi dei possibili clienti. Prima di addentrarci in alcune strategie di marketing che hanno utilizzato le varie marche di spumante e champagne, c’è da dire che il primo ha superato il secondo per numero di esportazioni: come scrive mixerplanet.com, solo il Prosecco con le sue 330 milioni di bottiglie esportate ha superato lo champagne (esportate 300 milioni di bottiglie). Tra le campagne di marketing, da segnalare – per quanto riguarda lo spumante – ciò che qualche anno fa organizzò la Berlucchi che mise in evidenza come lo spumante possa essere usato non solo in caso di festeggiamenti ma anche in appuntamenti informali. Garcia, invece, nello stesso periodo provvide ad effettuare un restyling del logo. Infine, come sottolinea Slawaska G. Scarso, esperta nel mondo del marketing enogastronomico, in un articolo del dicembre 2008, Martini Asti Spumante provò a puntare sui prodotti Premium perché, secondo alcune indagini, le persone apprezzavano i prodotti di qualità, anche a costo di spendere più soldi. Infine, sempre per la categoria degli spumanti, nel marzo 2014 partì una campagna di Divinity in cui lo slogan, era, senza tanti giri di parole, “It’s not champagne. It’s Divinity!“. Per quanto riguarda lo champagne, H.BLIN nel 2011 ha puntato sulla contrapposizione tra bene (rappresentato dal colore bianco) e male (colore nero) con al centro una donna che viene accarezzata dalla pianta calla che simboleggia eleganza e raffinatezza: ciò a cui decise di puntare H.BLIN: non a caso “Piacevoli Raffinatezze” è il claim della campagna H.Blin. Lo Champagne G.H.MUMM, invece, nel 2013 ha puntato sull’ironia dando vita ad un video in cui si mettevano in evidenza i protocolli di utilizzo dello champagne. Infine, Moet & Chandon nel 2011 puntò tutto sull’attrice Scarlett Johansson, simbolo di gioia di vivere e di successo (in effetti lo champagne viene usato prevalentemente per festeggiare eventi particolari e/o traguardi raggiunti.
Al di là, comunque, degli esempi concreti, il caso di brand che producono prodotti simili destinati agli stessi consumatori può far partorire idee di marketing e comunicazione davvero innovative perché entrano in gioco altri fattori: non soltanto la qualità dei prodotti ma anche il saper emozionare e coinvolgere. Che, però, non sono capaci di far tutti.
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