C’è una legge non scritta che punisce gli amori proibiti.
No, non sto parlando del passionale amore tra Tristano e Isotta né di quello sfortunato tra Paolo e Francesca.
Parlo di un amore più moderno che vede come protagonisti due individui che, nell’amarsi oltre misura, perdono la loro identità. Che romanticherie, direte.
Eh, no.
Il profilo Facebook in comune è un destino ineluttabile che, stando a una statistica da me condotta sulla base di una navigata esperienza sui social, colpisce tra il 10 e il 20% delle coppie tecnologicamente avanzate.
Cosa accade nel concreto?
Accade che, d’improvviso, ci arriva la richiesta d’amicizia di uno strano individuo, solitamente metà uomo e metà donna, di cui non capiamo le fattezze.
Presi dall’iniziale entusiasmo per un nuovo amico Facebook, apriamo la foto profilo.
Sì. Sono proprio loro.
I nostri amici/conoscenti/parenti che, in una fusione simile a quella di Gogeta in Dragon Ball, hanno deciso che la vita è troppo breve per avere una propria indipendenza cibernetica e, con una passività che nemmeno la Svizzera, si sono arresi alle bellezze della vita di coppia.
I post pubblicati dal nuovo profilo, che comunemente chiameremo “terribile mostro bicefalo”, sono saturi di una bellezza che ci fa apparire la vita bella come in un’esterna di “Uomini e Donne”: colazioni a letto al mattino, pranzi all’ombra della Tour Eiffel, cene a lume di candela su una terrazza romana, lei che si protrae verso il mare tenendo il suo lui per mano in una foto unica e originale.
Ma, a un certo punto, mentre con non-chalance facciamo stalking sulle loro foto, nel giorno di San Valentino, ascoltando l’intera discografia di Celine Dion, notiamo negli occhi di uno dei due una strana inquietudine.
Improvvisa consapevolezza?
Tracce di un recente tradimento?
Voglia di rompere quel legame morboso?
Non lo sappiamo, ma ci aggrappiamo a quel luccichio spento per illuderci che un briciolo di umanità esista ancora in quella coppia che, ormai, ci spaventa più di quella Amanda Know e Raffaele Sollecito.
Li lasciamo così, a crogiolarsi nella loro apparente perfezione di coppia amorevole.
Giorni, mesi, anni.
Quel binomio perfetto si crepa in una serie di post eloquenti.
Lei, ormai asservita al ruolo di pudica donna fidanzata, non più memore dei tempi in cui andava a ballare vestita come Lady Gaga nella sua fase più sobria.
Lui, ormai ridotto al ruolo di pater familias senza prole, con il potere decisionale di un eunuco persiano.
Ma, come accennato all’inizio di questo articolo, una legge non scritta e ineluttabile incombe sui due.
Il binomio si scinde.
Leibniz esulta dalla tomba la vittoria del ritorno alla monade.
Un post con una canzone di Adele si erge muto sulle bacheche dei due, ormai separati.
Non sono mai esistiti.
Non si sono mai amati.
Di loro un profilo Facebook cancellato e il lieve sentore che, forse, se forziamo gli amori a sommarsi, quelli si sottraggono a vicenda.
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