Il 5 giugno 2016 si terranno le elezioni amministrative in oltre 1300 comuni italiani. Si voterà in diversi capoluoghi di provincia, tra cui Napoli.
Ma nello specifico, cosa è stato fatto fino ad oggi dalle diverse amministrazioni che si sono succedute nel tempo a partire dalla c.d. Seconda Repubblica?
Innanzitutto, vi è stato un problema politico-istituzionale che ha accompagnato l’evoluzione dello “Stato-regionale” dovuto ai rapporti che da un lato vedevano lo Stato e le Regioni, dall’altro gli enti locali. La Costituzione italiana prevede all’art. 5 che “la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali”, demandando con una disposizione attualmente abrogata, a “leggi generali” la determinazione dei principi a cui si doveva ispirare l’autonomia degli enti locali. L’attuazione di questi principi è avvenuta il modo lento e, quando le regioni ordinarie sono state istituite, i comuni e le province hanno dovuto affrontare il problema del “centralismo” delle Regioni che tendevano a mantenere una posizione di sovraordinazione e controllo sugli enti locali evitando di attribuire ad essi le funzioni amministrative nelle materie di loro competenza.
Il cambiamento è stato graduale ed è avvenuto inizialmente con la l. 142/1990 che ha riformato l’ordinamento degli enti locali, ma soprattutto con la l. 81/1993.
La forma di governo del Comune e della Provincia è stata infatti modellata dalla suddetta legge, in seguito modificata dalla l. 265/ 1999, che ha introdotto l’elezione popolare diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia.
Per quanto concerne la situazione napoletana, il primo sindaco ad essere eletto sulla base di questa legge è stato Antonio Bassolino.
Antonio Bassolino è stato sindaco di Napoli dal 1993 al 1997 vincendo le elezioni al ballottaggio contro Alessandra Mussolini e, a scadenza del mandato, venne rieletto nel novembre del 1997 con il 72,9% dei voti.
Sotto l’amministrazione di Bassolino si portano a compimento diverse opere come il palazzetto dello sport di Ponticelli, le biblioteche di Piscinola e Secondigliano o il parco Taverna del Ferro nel quartiere di San Giovanni a Teduccio o il complesso scolastico del quartiere di Avvocata.
Venne avviato il progetto “Napoli città d’arte e di cultura” in base al quale si aprono al pubblico le chiese e i monumenti della zona del Decumano Maggiore. Le zone d’interesse artistico vengono chiuse al traffico, vengono disinfestati i quartieri sporchi.
Nel 1994 venne promossa dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania ed organizzata per l’ultima volta dalla Fondazione Napoli Novantanove, la manifestazione “Napoli porte aperte” facendo affluire in città un milione di visitatori. Su proposta della Fondazione, l’edizione 1994 previde, oltre agli itinerari storico-monumentali, anche l’apertura degli atèlier degli artisti e delle botteghe d’arte, in modo tale da dare visibilità alle varie espressioni della produzione culturale napoletana. Per alcuni aspetti quell’occasione fu il banco di prova per l’organizzazione dell’imminente G7 quando furono predisposti dei piani di traffico e di sicurezza sulla base di quelli scelti per il Maggio dei Monumenti. Vennero avviate opere di pubblica utilità come la costruzione di tre parcheggi, il completamento della metropolitana, gli appalti della Nettezza urbana, il piano urbanistico cittadino, la ristrutturazione dell’area dell’ex Ilva di Bagnoli.
Ma sin dall’inizio non mancarono i problemi. La precedente Giunta ormai in crisi dichiarò il dissesto finanziario. Napoli era sommersa da debiti. Già durante il suo primo mandato, Bassolino sembrava avesse appianato la gravissima crisi finanziaria, ma di fatto non fu così. Per ricavare i fondi utili per le opere pubbliche e per risanare il bilancio comunale, la Giunta Bassolino, oltre ad avvalersi di finanziamenti statali, utilizzò i proventi derivanti dalla privatizzazione di alcuni servizi comunali come l’aeroporto di Capodichino o la gestione dei rifiuti urbani, si avvalse anche di un’operazione finanziaria costituita dall’emissione di Buoni ordinari del Comune, venduti soprattutto nel mercato statunitense. Ma questo tipo di finanza provocò invece un problema di ulteriore indebitamento imponendo all’amministrazione di rinegoziare il debito e a procrastinare il termine utile al pagamento.
Ma veniamo a Rosa Russo Iervolino che, sostenuta dai partiti dell’Ulivo, venne eletta nel 2001 con il 52,9% di voti a vantaggio del candidato di centro destra Antonio Martusciello, venendo, a mandato scaduto, rieletta nel 2006 con il 57% delle preferenze contro il candidato del centrodestra Franco Malvano, ex questore di Napoli. La sua amministrazione approvò la riforma del decentramento, il nuovo sistema delle metropolitane, ma soprattutto la scelta di salvaguardare la gestione pubblica di alcuni servizi come l’acqua e il Nuovo Piano Regolatore. A tal proposito c’è da sottolineare come l’amministrazione della Iervolino fosse sensibile all’urbanistica, basti pensare al Programma per il Centro Storico o i lavori di riqualificazione di Bagnoli.Ma le ombre più grandi che hanno messo a dura prova la Iervolino furono quelle inerenti alla chiusura di alcune discariche che determinarono lo scandalo dello smaltimento dei rifiuti e quelle inerenti alla vicenda giudiziaria legata alla delibera, approvata dal Comune, Global Service, che si concluse con due condanne per corruzione.
Critiche alla Iervolino piovvero anche da parte di Luigi de Magistris il quale, sostenuto dall’ Italia dei Valori, nel 2011 venne eletto al ballottaggio con il 65,37% dei voti.
Tra le attività svolte dall’amministrazione dell’attuale sindaco di Napoli ricordiamo la pedonalizzazione del lungomare e una politica di grandi eventi volta ad incrementare la presenza turistica in città, la trasformazione da S.p.A a soggetto di diritto pubblico dell’ARIN, l’estensione della raccolta differenziata ai quartieri di Ponticelli, Barra e Scampia, raggiungendo nel 2015 il 28% e nei quartieri del porta a porta il 71%. In ogni caso resta un documento del Lonely Planet a conferma della non risolta disorganizzazione della città.
I problemi per de Magistris iniziarono nel 2014 quando venne sospeso per 18 mesi a seguito della condanna in primo grado per abuso d’ufficio, venendo reintegrato nell’ottobre del 2014.
Sarebbe auspicabile che le nuove elezioni politiche concedessero alla meravigliosa città di Napoli un’amministrazione che le dia la dignità che merita.
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