<<L’uomo è uomo quando sa amministrare nella stessa misura tanto la sua paura quanto il suo coraggio>> tratto da il sindaco del rione sanità
Questa è solo una delle celebri frasi, insegnamenti e ammaestramenti che Antonio Barracano, il “sindaco”, impartisce durante la commedia.
Antonio Barracano è un “giudice” eletto tacitamente dal popolo ignorante, cioè da chi dalla legge subisce i torti e non i benefici. Il Barracano interviene a riequilibrare quell’ingiustizia della società, un’ingiustizia umana creata dal gap sociale a cui ogni giorno l’uomo più umile è sottoposto, dando voce a chi è raggirato dall’astuzia e dalla malafede.
E’ il “sindaco” di uno dei quartieri più difficili, la Sanità, stavolta Eduardo esce dal piccolo dramma familiare o personale come abbiamo visto con De Pretore Vincenzo e torna a raccontare Napoli, o almeno una parte, interpretando per l’ennesima volta un personaggio che è realmente esistito come lui stesso ha raccontato varie volte.
Antonio Barracano, non è un camorrista e nemmeno un Padrino. E’ qualcosa di più, definiamolo un Giudice, che si sostituisce ad uno stato assente e una magistratura che favorisce solo chi possiede la ricchezza o l’astuzia per farla franca, insomma un difensore degli oppressi, dei diseredati di cui Napoli è sempre stata piena.
La porta del sindaco è sempre aperta, si procede con i vari casi da esaminare dove Barracano dall’alto dell’esperienza, della logica risolve diverbi di varia natura, consapevole del rispetto e della riverenza che ognuno porta alla sua persona; anche chi viene brutalmente umiliato, si prende la sua lezione e ossequiante la accetta.
Tra i vari casi posti in esame, tra un regolamento di debiti per usura e un proiettile sparato senza il suo permesso, Barracano viene colpito dal racconto del giovane Raffaele Santaniello, innamorato della sua Rituccia ma contrastato sia moralmente che economicamente dal padre, ricco fornaio più avvezzo a spassarsela con un’amante che ad adempiere ai doveri di padre. Il giovane disperato, affamato sia di pane che di vendetta, comunica al Sindaco la sua intenzione di voler uccidere il padre. Ovviamente don Antonio cerca di dissuaderlo, ma allo stesso tempo prende informazioni su Santaniello padre; il sindaco arriva ad una conclusione che probabilmente il giovane ha ragione di voler eliminare il padre ma si prodiga ancora nel tentativo di sventare il drammatico evento.
Tuttavia ci sono due racconti nella commedia molto similari di intensità con finali diametralmente opposti: quando il sindaco convoca Santaniello padre, gli racconta di un certo Gioacchino, il guardiano della tenuta Marvizzo, che lui stesso ha ucciso 57 anni prima, per un diverbio sul pascolare delle sue capre, insomma lui, il sindaco viveva nell’ossessione di eliminare questo Gioacchino, si ammala addirittura, fino a quando non commette l’omicidio. Simile, non nella storia ma nell’empatia, nelle emozioni, nella paura, nell’ossessione, è il racconto del giovane Raffaele Santaniello, rivedendo quasi se stesso in quel giovane umile e innamorato vuole far in modo che non sbagli, come lui fece anni prima. Il giovane si persuade, anche per intercessione della moglie di don Antonio, e mentre il sindaco si reca alla bottega di Santaniello per avvisarlo delle intenzioni del figlio, Antonio Barracano riceve una coltellata e così muore. Personaggio chiave, è il dott. Fabio Della Ragione, medico, braccio destro, consigliere di don Antonio che è combattuto tra la sua natura di uomo di scienze e il rispetto, la riconoscenza che lo lega a don Antonio, epica e piena di energia l’ultima scena dove il dott. Della Ragione dirà quanto l’uomo ha fatto del male all’uomo stesso e scriverà il referto di morte dicendo la verità e non nascondendola come aveva chiesto Barracano per evitare vendette e la catena di omicidi che si sarebbe scatenata.
Eduardo, definisce con queste parole l’opera: < Una commedia simbolica e non realistica che parte da un personaggio vivo, vero che affonda le proprie radici nella realtà, ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla gistizia> . (Sergio Lori, il Roma, Napoli 7 maggio 1969)
Eduardo, torna a dare un risalto vivido alla città, in quanto non più sfondo di storie, ma vera e propria matrice e generatrice di tali accadimenti nei quartieri, quelli più a rischio la città non vive coralmente ma attraverso personaggi che dalla città trae la ragion d’essere e di esistere. Il personaggio di Antonio Barracano, vive quasi per caso il suo tempo, ma accarezza una sua primitiva e nobile visione del mondo che si alimenta del ricordo del suo passato e la speranza di un futuro migliore, più giusto, quello che Eduardo/Antonio Barracano chiede all’umanità: un mondo meno rotondo, ma sicuramente più quadrato.
Nessun Commento