In vista del Natale 2015 ormai imminente, #NBDV si è messa sulle tracce di Babbo Natale, intenta a portare a casa un’intervista senza precedenti. Ebbene la ricerca, basata su fonte Wikipedia, ci ha portato a vagare nei posti più impraticabili: prima tappa l’Alaska, dove gli statunitensi sostenevano si trovasse la dimora del celeberrimo Babbo Natale, ma nulla; da lì abbiamo dato per buona la tesi canadese, che sosteneva che il barbuto uomo che ogni anno porta doni ai bambini di tutto il mondo si trovasse all’estremo nord del loro paese, ma anche in questo caso la ricerca si è conclusa senza risultati. Allorché la Scandinavia offriva ottime ragioni per credere che Santa Claus lavorasse ai suoi doni tra Rovaniemi (Lapponia, Finlandia), Drøbak (Norvegia) e Dalecarlia (Svezia), come molte tradizioni riportano, ma anche in questo caso non siamo stati in grado di trovarlo.
Abbandonata l’idea dell’intervista, a distanza di pochi giorni una strana telefonata arriva in redazione. Una voce molto fìoca riferiva: “Ho saputo che vi siete messi alla ricerca di Babbo Natale, senza trovarlo. Chi parla è una persona che vuole una volta e per sempre far luce su una situazione che nessuno conosce. Se siete interessati a parlare con me e ad incontrare Babbo Natale, vediamoci domani sera sulle pendici del Vesuvio, alle spalle del bosco, troverete me ed altri come me che hanno da dirvi alcune cose. Buona giornata.” La telefonata lasciò interdetti i presenti e tutti, o quasi, battezzarono come ‘burla’ la cosa. Anch’io.
Ore 18.00 del giorno successivo alla telefonata. Caso vuole che il lavoro mi porta a trovarmi proprio nella zona vesuviana e, così, d’istinto, decido di recarmi alle spalle del bosco, laddove mi era stato suggerito di andare. L’incontro è di quelli provanti: cinque o sei esseri verdi, alti all’incirca 50 cm attendevano seduti nei pressi di un albero, discutendo e fumando sigarette. Mi avvicino, uno di loro mi nota e dice: “Sei tu quello di NBDV che deve intervistarci?”
Vi confesso che in prima istanza avrei voluto scappare ma, l’occasione era imperdibile. “Si, sono io.”
“Bene. Avrai modo dopo di domandarci quello che vuoi. Per ora devi sapere che noi siamo alcuni dei folletti che lavorano alla fabbrica di Babbo Natale che si trova a qualche centinaio di metri da qui. Non ne possiamo più: va bene che il lavoro è stagionale e dunque si concentra solo nel periodo ottobre-dicembre e anche oltre, ma 16 ore al giorno sono insostenibili!” Le parole del folletto sembravano calcare discorsi fatti in pompa magna da sindacalisti di ogni tempo e lasciavano trasparire non poca insoddisfazione. “Siamo stufi di lavorare poi in condizioni proibitive, pagati a nero tra l’altro: è arrivato il momento di far valere i nostri diritti.”
A conclusione di questo sentito discorso, un omone dal buio degli alberi veniva in contro scuotendo la testa. Era proprio lui, Babbo Natale. “Non posso credere che vi siate rivolti a un giornale per parlare di questa storia. Ma ve lo mettete in testa che il vostro, il nostro, non è un lavoro bensì una missione? Regalare sorrisi e speranze ai bambini di tutto il mondo ripaga da solo una vita intera di lavoro. Sono secoli che lo faccio, ed anche quando il freddo era diventato troppo insostenibile, dov’è che vi ho portato?! Qui, a Napoli.”
“Ti sei trasferito a Napoli solo per evadere le tasse e farci lavorare a nero“, controbattè subito uno dei folletti.
“Ingrato!” rispose Babbo Natale visibilmente irato. “Ti trovi nella città più solare al mondo. Nell’unica città in cui il folkrore vince il silenzio, dove mangi da Dio e il clima è gradevole quasi tutto l’anno. All’ombra del Vesuvio parecchie persone stentano a sopravvivere, ma tutti ridono. Posto migliore non avrei potuto scegliere…”
Ciò che è successo dopo rimane avvolto in una nuvola di confusione e luci dorate.
Al di là dello scherzo, noi di Nbdv abbiamo voluto giocare sullo stereotipo del lavoro a nero napoletano; ma dietro lo scherzo si cela in verità sia una critica ai luoghi comuni che la voglia di dimostrare che Napoli è anche ciò che non si dice in tv: è la passione, l’amore, l’onestà e la gentilezza. E lo sta dimostrando, ora più che mai, con i turisti che arrivano a fiumi e che si innamorano della città, che anche a Natale sa regalare una magia tutta particolare.
Tutta partenopea.
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