Cinque nuovi anni da sindaco di Napoli per Luigi De Magistris. Lui che ama definirsi il sindaco della gente è stato dalla gente scelto, quasi doppiando il suo avversario Lettieri, dopo una campagna elettorale fatta di comizi tra la gente, una presenza costante a manifestazioni ed eventi.
Un confronto mai esposto, a volte evitato, quel confronto che non si nega né si concede, quello che a volte è dovuto e che De Magistris ha avuto il coraggio di evitare, sfidando le convenzioni del contraddittorio. Un errore che ha saputo eclissare attraverso una linea diretta che ha creato con i napoletani.
Ma cosa c’è in De Magistris che ha colpito tanto Napoli e i napoletani?
Napoli ama il calore, ama le attenzioni, ama sentirsi unica. E non si tratta di banalità, è una certezza sociale e storica. Napoli non necessariamente ama essere amata: vuole essere anche criticata, esposta, denudarsi di fronte agli altri, come una prostituta che poi restituisce i soldi al cliente.
Ed ama chi l’aiuta a spogliarsi, mostrando a tutti la sua bellezza e i suoi difetti.
Ecco perché la devozione verso Saviano che racconta le verità difficili da pronunciare.
Ecco perché la devozione verso De Magistris che racconta le bellezze e la forza.
Due figure che si sono scontrate come due pretendenti alla mano della stessa donna: l’uno vuole salvarla, l’altro incoronarla.
In questi cinque anni, Luigi De Magistris ha riqualificato Napoli nell’immaginario collettivo forse dei napoletani stessi.
Attraverso un’accurata strategia (forse nemmeno tanto pianificata) ha posto “il popolo” al centro di ogni suo discorso, di ogni iniziativa, di ogni semplice post Facebook. Il risultato è stato che Napoli si è sentita resa partecipe di se stessa, per una volta, non più soggetta alle voglie e al dominio degli altri.
Ha reso Napoli una metropoli nuova.
Nella parola, certo, non nei fatti. Nei fatti era umanamente impossibile, visti i punti di partenza, vista la burocrazia malata che attanaglia il sud e fa nido anche a Napoli, vista la criminalità, ancora presente, ancora viva. Ma le parole hanno avuto la pretesa di cambiare i fatti e, a poco a poco, i fatti sono passati dall’essere irrealizzabili a ipotetici. Un grande successo che nessuno dei suoi predecessori era riuscito nemmeno a iniziare, forse nemmeno a concepire.
Non ha creato una nuova città. L’ha fatta riscoprire a se stessa, un merito innegabile.
E allora il turismo è aumentato, anche l’immagine nazionale è cambiata. Quello che c’era da valorizzare è stato valorizzato. Il resto è passato inosservato, lasciando tutti, anche noi, nell’illusione che potesse scomparire da solo. Appassire, seccarsi, essere dimenticato.
Così non è stato.
Questo è stato l’unico errore di De Magistris, ma anche il nostro. Napoli si dimentica spesso delle sue colpe, poi le piange, poi le dimentica ancora, additandole agli altri. Nei prossimi cinque anni li additerà al sindaco, smetterà di amarlo così tanto, anche se De Magistris sarà rimasto sempre lo stesso. Il grande amante, il grande armatore di bellezze e splendori. E allora, nei prossimi cinque anni, la città smetterà di essere così fedele a De Magistris, ma De Magistris non smetterà di amare la sua città.
E’ solo quest’ultimo, tuttavia, l’aspetto che al momento ci interessa. Forse è quello che interessa a De Magistris stesso.
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