Andrew Warhola Jr. è stato un artista unico che ha caratterizzato e influenzato un intera generazione dando vita ad una nuova corrente artistica la Pop Art.
Molti lo conoscono come Andy Warhol, nome che adottò quando si trasferì nel ’47 a New York con la madre. Le sue modestissime origini affondano nella classe operaia di Pittsburgh in Pennsylvania (1928), e già da giovanissimo si distinse per il suo talento artistico. Laureatosi in arte pubblicitaria Andy non ebbe molti problemi a farsi notare nella Grande Mela e lavorò per riviste quali Glamour e Vogue. Ma le sue ambizioni iniziarono ad andare oltre l’arte pubblicitaria: lui voleva essere un artista vero a 360°. Negli anni si interessò alla pittura, scultura, al cinema e alla musica: ricordiamo infatti la famosissima la copertina dell’album dei The Velvet Underground da lui stessa realizzata.
Come può in quegli anni un pubblicitario Gay considerarsi un artista? Ebbene, quanto più veniva screditato più Warhol diveniva famoso. I dipinti della Zuppe Campbell’s sono l’emblema di ciò che Warhol voleva rappresentere con la sua arte: la cultura consumistica di quegli anni. Stava tramontando per sempre l’idea stereotipata secondo cui un’opera d’arte doveva presentarsi come originale per essere davvero diversa. Nel ’61 dipinge i personaggi dei fumetti e seguendo la legge della produzione di massa rimpiazza i prodotti del supermercato con quelli di Hollywood. Questo lavoro terminerà con le serigrafie(tecniche di pittura) di Marylin Monroe una settimana dopo il suo suicidio.
Nel ’68 fu sparato da una femminista che frequentava la sua Factory (una casa di produzione che mise su in quegli anni), sopravvisse all’accaduto ma le sue apparizioni cominciarono a diminuire drasticamente.
Ciò che ha reso Andy Warhol unico è stato il suo saper cogliere e dipingere il sogno americano. Tutto il mondo desidera viverlo, ma cos’è il sogno americano? La prosperità, i lustrini, la celebrità, la fama o la bellezza?
Ma Warhol era diverso, era realmente intelligente: dipinse il sogno, e il disastro americano. Il fungo atomico, il suicidio, la sedia elettrica, l’assassinio di Kennedy. In Europa c’è la mitologia Greca, in america c’è quella di Hollywood. Ma fu a soli due anni dalla sua morte (nel 1985) che realizzò le serigrafie che ritraevano il Vesuvio in eruzione. L’immagine fu replicata da Warhol ossessivamente, in diversi colori. L’artista rimase affascinato dalla città di Napoli e famose sono apparizioni di serigrafie nei primi anni ’80 che fece per il terremoto di quell’anno.
Sue le parole : “Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario ed anche un grande pezzo di scultura[…]Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito:è una cosa terribilmente reale.”
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