L'editoriale di sibilla

Ogni mese, poco dopo il picco massimo del Sole, parla Sibilla. La sua è la voce di tutti. I suoi, sono gli occhi del popolo. E le sue orecchie, sono quelle del mondo.
Dietro le sue parole si nasconde un messaggio preciso, che accarezza e percuote il cuore dei napoletani che vivono, incoscienti e pazienti, sotto il Vesuvio dormiente. Lì risiede l’eterna figura della donna immortale che, ritiratasi dal mondo, vive nella sua grotta di ricordi e tufo, situata proprio lì, sul bordo del cratere d’erba vecchia e lava antica.
Nella bocca del Vulcano ella risiede, e una volta al mese i suoi pensieri si fanno concreti e la sua voce si manifesta chiara, prevedendo e riassumendo ciò che verrà scritto, detto e diffuso.
Parla Sibilla e la città non tace, non ascolta e non risponde: ma la città non sa che nelle sue parole, nelle sue urla, nelle sue sconfitte e nelle sue vittorie, nella vita e nella morte che vive e vede ogni giorno, c’è la sua voce, il suo ricordo, la sua memoria.