I Massive Attack nati musicalmente a Bristol nel 1987 sono stati i fondatori di un nuovo movimento musicale, il trip hop , i due fondatori del gruppo Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall hanno dato vita più che un gruppo, ad un vero e proprio collettivo musicale, avvalendosi di collaborazioni internazionali del calibro di: Sinéad O’Connor, Madonna , Tricky , Shara Nelson , Mos Def e tanti tanti altri. La caratteristica principale del loro genere o movimento musicale mescola jazz, hip hop , rock ed elementi del soul: una vera e propria fusione di generi talmente lontani che solo una mente geniale poteva mettere insieme .
Un particolare rapporto con Napoli fu instaurato con la band britannica quando uno dei componenti, Robert del Naja, che ha origini campane, si trova in visita dai parenti e decide di recarsi allo stadio S.Paolo, in quanto tifoso del Napoli. E in questa occasione la sua voglia di sperimentazione musicale muta in desiderio di sperimentazione sociale, e in un intervista dichiara:
“Non ho scelto io. La mia famiglia è campana e amo Napoli. Quando sono venuto la prima volta a trovare i miei parenti, ho visto la partita di calcio. Il Napoli era una grande squadra e sono andato direttamente allo stadio San Paolo perché era il modo migliore per conoscere la città. Il calcio ha la caratteristica di lasciar trasparire in maniera immediata l’anima di una popolazione, come celebra gli avvenimenti e esprime le proprie emozioni. Sono rimasto impressionato dai colori e dalla passione che hanno conquistato il mio cuore.” (fonte: Wikipedia )
Questo simpatico avvenimento fa nascere un amore per Napoli e per le sue influenza musicali: in quel periodo un gruppo molto vicino al loro stile era proprio un collettivo di musicisti di napoli che sul finire degli anni ’90 stava vivendo un periodo di splendore e innovazione musicale. La particolarità di questo particolare gruppo stava nella mescolanza di generi quali l’hip hop, rock, jazz, pop, elettronica alla tradizione del canto napoletano: un innovazione tale che forse ancora oggi li classifica come l’ultima vera novità musicale a livello nazionale, gli Almamegretta.
Dunque riassumendo abbiamo: un gruppo britannico con un nuovo modo di fare musica , un amore incondizionato per Napoli e la napoletanità , un gruppo napoletano che si identifica e si va a posizionare nel trip hop fondato dai Massive Attack.
La collaborazione sembra quasi scontata, e così è stato.
Da queste due realtà così diverse, così lontane ma quanto mai vicine musicalmente nasce la prima collaborazione, in un brano che fonde perfettamente il trip hop britannico con l’inconfondibile voce di Raiz (front-man degli Almamegretta) nel brano Karmacoma (Napoli trip): un cuore che pulsa lentamente, ti accompagna in crescendo per tutto il brano, un mix di suoni tribali ed elettronici che lasciano un senso di smarrimento, in sospeso tra culture lontane che legano perfettamente i mondi che si raccontano.
La voce di Raiz spacca la monotonia sussurrata e pulsante del pezzo, il cantato in lingua inglese da quel senso di internazionalizzazione essenziale al brano, le cornamuse, i flauti , i corni sono un connubio perfetto per gli slanci vocali del Raiz che somigliano più alle voci dei vicoli napoletani che ad un vero e proprio cantato, un tappeto musicale perfetto per passeggiare nei vicoli di Napoli, i sussurri e le grida in un vero urban trip.
La musica napoletana in generale , da secoli prende spunto e si fa influenzare da popoli diversi, Asia , Africa, culture che grazie al genio artistico/musicale napoletano creano un ponte, un legame con l’occidente più tecnologicamente evoluto, rimarcando suoni e atmosfere che solo popoli come quello napoletano, legati al territorio da un cordone ombelicale che non si abbandona mai, riescono ad mixare insieme tradizione ed evoluzione musicale. L’atmosfera quasi tribale di una cultura “afro” si incontra stavolta non con una cultura vicina come puo’ essere quella napoletana ma con i suoni elettronici e le sperimentazioni tipiche del nord europa: Napoli capitale del sud del mondo e delle tradizioni che racchiude, si fonde con Bristol, città britannica, faro in quegli anni della musica sperimentale elettronica.
Insomma Britannici conquistatori da sempre, Napoletani tante volte conquistati, ma sempre fieri del loro essere, collaborano ad un progetto di internazionalizzazione della cultura avvicinando due mondi lontanissimi con la forza e la genialità musicale di due band che hanno segnato per sempre un modo di fare musica.
Quando la diversità si scopre ricchezza e si fonde insieme è sempre un passo avanti per l’umanità in ogni campo.
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