1853 cm di pizza in 6 ore e 11 minuti.
Un record straordinario realizzato ieri pomeriggio, 19 maggio, sul lungomare Caracciolo a Napoli.
Il via è stato dato dal sindaco della città, Luigi De Magistris, ed è subito stato un via vai di professionisti della pizza che, grazie a cinque forni mobili, hanno dato vita a un vero e proprio capolavoro culinario.
Noi di NBDV eravamo lì e abbiamo raccolto impressioni, emozioni, dettagli.

Gianluca Grimaldi:
Il lungomare è affollato. Non pieno, non chiassoso come nel weekend. Qualcuno alza gli occhi al cielo per paura che piova, ma non ci sono nuvole: è tutto perfetto, tutto pronto e in molti già pregustano il momento in cui mangeranno un trancio della pizza più lunga del mondo.
Perché lì, come cornice bassa che fa da base al mare, c’è una scia rossa di cui non si riesce a vedere la fine: circa 1,8 chilometri di pizza, quasi irreale.
A gruppi, i pizzaioli corrono avanti e indietro, come atleti di un nuovo sport dal fisico inusuale, non smettendo di aggiungere ingredienti, controllare la cottura, sorridere alle telecamere che li riprendono. Allargano le narici per prendere quell’odore che si mescola a quello del mare.
Lanciano battute dialettali anche ai passanti, guardano quell’immensa distesa rossa come le star guardano il red carpet.
Ma che ne sanno le star di una pizza napoletana lunga quanto tutto il lungomare?
Infatti loro saranno pure più grassi, ma certamente più sorridenti.

Carmen Brassotti:
Tu arrivi lì ed il  serpentone di pizza è la prima cosa che guardi.
Anche prima del mare, perché quello non scappa, la pizza più lunga del mondo non l’avevi ancora mai vista.
Subito dopo pensi a quanto tempo ci impiegheresti  per mangiarla tutta. Poi pensi alla dieta … e ti andrebbe bene anche solo una fetta.
Poi  te l’assicuro, dopo guardi le mani di chi sta facendo nero su bianco o meglio, pomodoro su pasta, un record. 400 mani danzano sulla striscia di impasto vestendolo  di rosso e di bianco. Sei ore in piedi sotto il sole e loro sorridono ancora con una genuinità disarmante.
Te la guardi sfilare per due kilometri con un disordine di odori che ti arriva dritto in faccia.
Il basilico che piove a spicchi ti ricorda quanto Napoli sia generosa; come una pizza,taglia a fette la propria tradizione e ne da un pezzo proprio a tutti.

Elisabetta Rosa:
Una giornata di sole e una pizza che costeggia il lungomare più bello del mondo: l’immagine più identificativa di Napoli che sia possibile figurarsi.
Cammini per due chilometri e arrivi al traguardo dell’ultima foglia di basilico stanco, ma con quella goliardia tipica del napoletano che ti fa dire “m’a magnass tutta”, nonostante i piccioni che ci volano sopra e il vento del tardo pomeriggio che ha reso quel ponte di pomodoro e mozzarella poco meno che due chilometri di cemento.
Ma è il sorriso curioso della gente, lo spirito di entusiasmo dell’evento a tradursi nella vera essenza di una città che non è solo demonizzazione, ma anche iniziativa. Napoli è tutta tradizione, e questa intuizione si impianta come consapevolezza quando l’odore della pizza e del mare nei polmoni ti fa toccare con mano il senso di appartenenza a una città che una cosa é e una dimostra di essere: bella, nonostante tutto.

Organizzatore dell’evento, Claudio Sebillo, ha risposto alle nostre domande, ringraziando il cuore che Napoli sa mostrare in ogni occasione.

Come e quando è nata l’idea di questo evento?
In occasione del Napoli Pizza Village 2015 abbiamo discusso della notizia della pizza più grande del mondo realizzata all’Expo’ di Milano, progetto nel quale i pizzaioli napoletani non erano stati coinvolti. Ci siamo detti di portare a Napoli, dove la pizza è nata, tale primato.
Tra l’altro la nostra pizza è diversa: è più buona e realizzata con strumenti innovativi.

Quanti pizzaioli sono stati coinvolti?
Sono venuti circa 450 pizzaioli provenienti da tutti i continenti. Abbiamo chiamato a raccolta non solo i napoletani ma anche quelli che definiamo i portatori sani di napoletanità nel mondo, che hanno risposto con entusiasmo.

Quale sarà l’impatto e le conseguenze dell’entrare nel Guinness World Record?
Per noi è motivo di orgoglio. Per la città speriamo possa essere un ulteriore tassello nell’attività di rilancio dell’immagine della città che sempre più sta riscuotendo successo nel mondo.

E’ stato difficile organizzare un evento del genere?
E’ un evento particolarmente complesso. Ci sono stati momenti in cui pensavamo fosse un’impresa impossibile. Poi, con la collaborazione di tutti, siamo riusciti a superare anche gli ostacoli più ardui.
Nemmeno la pioggia di domenica, giorno originariamente previsto per l’evento, ci ha fermato e siamo riusciti a realizzare l’impresa pochi giorni dopo.

Quale impatto vi aspettavate?
Domenica sicuramente avremmo avuto un lungomare più affollato. Tuttavia oggi, nonostante sia una giornata lavorativa, in molti sono accorsi ad incitarci e ringraziamo Napoli per il cuore che dimostra in queste occasioni.