The Avengers: Hulk e i colori nel branding

E’ un gigante enorme e ringhia. Più si arrabbia più la sua forza aumenta. Da brillante scienziato si trasforma in un infantile mostro distruttore. Ma soprattutto è verde, a causa dei raggi gamma che una sfortunata notte hanno invaso le sue cellule, colpito da una bomba atomica da lui stesso progettata. Lui è Hulk. L’incredibile Hulk.

 Nato dalla matita del fumettista Stan Lee, il personaggio della Marvel, conosciuto nella vita di tutti giorni come Bruce Banner, è un fisico nucleare al servizio della difesa statunitense, da anni segretamente a lavoro per la costruzione di una bomba atomica ai raggi gamma.

Quando un giovane curioso si intrufola nel suo laboratorio, Bruce Banner si immola per salvare l’intruso dall’improvvisa esplosione della bomba a cui stava lavorando. Invaso dai raggi gamma però, Banner assume le sembianze di uno spaventoso mostro dalla pelle verde ogni qual volta viene colto da ira, dolore e disperazione.

 Il verde è il colore caratteristico di Hulk.

Molto spesso lo ricordiamo proprio per questo, oltre che alla famosa frase “Hulk spacca!” usata ad ogni mutazione.

Nel suo personaggio ci sembra quasi di cogliere le caratteristiche base di una pubblicità: uno slogan (“Hulk spacca!”) e dei colori che, se usati consapevolmente, possono rendere un marchio più efficace.

 L’effetto dei colori nella creazione di una marca, e più in generale nella comunicazione, spesso supera la cognizione della mente razionale agendo sul nostro istinto, spingendoci o meno ad acquistare un prodotto che abbia un marchio con colori particolari.

Giocare con i colori non è cosa da tutti. Spesso è roba da pittori navigati, come Johannes Itten, inventore del celebre “cerchio di Itten”, nel quale ha teorizzato una disposizione dei colori partendo dai principali tre (giallo, blu, rosso), mescolando a due a due i tre colori detti primari formando così i colori secondari (verde, arancio e viola), passando infine ai colori terziari, risultato della combinazione dei primari con i secondari.

In questo caso la complementarietà tra i colori funge quasi da “guerra tra colossi”, proprio come quella di Hulk Verde contro Hulk Rosso.

Allo scontro tra questi due titani Lee dedica un intero capitolo nel quale, in una battaglia ai confini dell’immaginazione, Hulk verde riesce a sconfiggere Hulk rosso, un mostro venuto dal nulla che si rivela, durante la trasformazione, comunque capace di avere un pensiero razionale.

Verde contro rosso è da sempre un caratteristico contrasto cromatico, in cui gioca anche la psicologia dei colori.

Pensare che i colori non agiscano sulla nostra psiche è un errore madornale.

Ancora una volta: sovversione, aggressività, rottura degli schemi. Quelle caratteristiche del marketing che negli ultimi anni hanno contribuito a dare risultati a volte superando l’etica del mezzo, sferrando pugni sui social e schiacciando i possibili “Hulk rossi” presenti sul mercato, spinti dalla voglia di essere sulla bocca di tutti anche se soggetti alle peggiori critiche.

Stavolta questo verde acceso non è simbolo di tranquillità, ma rappresenta un atteggiamento schiacciasassi nei confronti del mercato, non simbolo di calma ma di caos, figlio di una rabbia dettata dalla voglia di imporsi e di essere il più forte su tutti.